Sostegno ai caregivers
Occuparsi di un congiunto malato significa svolgere attività di assistenza pratica condividendo gli aspetti emozionali che la situazione implica e gestendo vissuti personali correlati ai problemi da affrontare.
Il termine inglese caregiving bene indica la duplice valenza del termine: esso sottolinea l’importanza sia della componente affettiva sia di quella comportamentale che contraddistinguono la reciprocità di “cura” all’interno di una relazione significativa.
In alcune circostanze questa reciprocità può venire a mancare temporaneamente, come nel caso di una malattia acuta, o permanentemente, come nel caso di una malattia cronica; lo sbilanciamento permanente della relazione di reciprocità crea un sovraccarico per chi deve “prendersi cura” dell’altro provocando un disagio psico-fisico, sociale e finanziario.
Il caregiver, affrontato l’impatto con la diagnosi, si troverà a fronteggiare numerosi cambiamenti riguardanti la propria vita quotidiana, a breve e lungo termine, dovuti alla malattia del congiunto; potrebbe dover modificare le proprie abitudini lavorative e di tempo libero; dovrà gestire visite e farmaci ed assumere ruoli che prima della malattia erano propri del partner e che sommati a quelli dei propri già preesistenti potrebbero determinare in lui un vero e proprio sovraccarico e un rischio maggiore di distress.
Facilmente temerà il futuro e vivrà confusione rispetto alle aspettative.
Utile potrebbe essere quindi beneficiare di uno spazio di confronto e di conforto nel quale poter comprendere e consapevolizzazione la malattia, vivere le emozioni e i significati che questa assume all’interno della propria vita ed altresì ricevere suggerimenti relativi alla gestione concreta della quotidianità ed altri volti a migliorare la relazione anche attraverso l’individuazione di modalità e livelli di comunicazione più appropriati.