Approccio strategico
L’approccio strategico è uno degli orientamenti teorici della psicoterapia contemporanea.
Prende, infatti, avvio negli Stati Uniti nella prima metà degli anni 90 del secolo scorso e si occupa del modo in cui gli individui percepiscono e gestiscono (costruiscono) la propria realtà interagendo con se stessi, con gli altri e col mondo.
Ritiene che spesso i problemi che si vogliono risolvere non siano correlati alle proprietà degli oggetti e delle situazioni, ma al significato che siamo giunti ad
attribuire loro partendo dal nostro punto di osservazione e di conseguenza alla reazione che abbiamo scelto di adottare in quella circostanza.
Di conseguenza, privilegia comprendere il funzionamento del problema ed individuare strategie per risolverlo, anziché indugiare sull’origine dello stesso.
Questo modo di procedere, molte volte, consente un percorso terapeutico più breve rispetto ad altri modelli.
Se sei interessato ad approfondire ulteriormente, qui sotto trovi un testo tratto dal sito della Scuola di Specializzazione in Psicoterapie Brevi ad Approccio Strategico ISP – Istituto per lo Studio delle Psicoterapie.
“Il modello strategico coniuga due tradizioni tra loro complementari, sia nei presupposti epistemologici che nella configurazione costruttivista ed interattiva del comportamento umano e dell’identità, i cui processi sono generati dalle persone attraverso sequenze di azioni di adattamento e controllo dei contesti relazionali con sé stessi, con gli altri e col mondo.
Una parte del modello fa riferimento al costruttivismo socio-psicologico, alla tradizione dell’interazionismo simbolico, ai suoi sviluppi e ai suoi risultati nella comprensione dei processi relativi al Sé e ai comportamenti devianti.
L’altra parte del modello deriva dalla rilevanza data dalla psicoterapia breve strategica alla comunicazione e alle sue capacità d’influenzamento. Su tale tradizione si innesta l’attuale approccio strategico in psicoterapia, così come si è evoluto in Italia, che consente oggi di focalizzare le mosse terapeutiche su un’ampia, ma definita serie di disturbi psicologici e situazionali.
Si propone, in modo efficace e coerente alla sua impostazione epistemologica e a quanto suggerito dalla ricerca psicologica più avanzata, di superare l’ottica nosografica ed eziologica della tipologia causale ed inoltre sposta l’enfasi dalla diagnosi al cambiamento, dai tratti patologici ai processi disfunzionali, visti come esito di soluzioni personali, ma inadeguate.
L’ottica strategica è guidata dall’importanza attribuita agli aspetti pragmatici e semiotici, culturali, contestuali ed individuali, attraverso cui le persone costruiscono le forme del loro disagio, persistente o recidivo, o scelgono soluzioni devianti.
La possibilità di mutare la rappresentazione e la narrazione di sè, degli altri e del mondo, è ritenuta possibile a partire dalla risoluzione degli schemi di percezione e azione disfunzionale e dalla comprensione di ciò che contribuisce a mantenerli. Risultato ottenibile attraverso l’impiego di adeguate strategie che consentono di realizzare interventi focalizzati e psicoterapie brevi.
L’approccio strategico/interazionista è anche polivalente, in quanto le sue differenti matrici gli consentono di innescare processi di cambiamento individuale o di ristrutturazione interattiva dei contesti disfunzionali.
L’attenzione alla coerenza epistemologica, i confronti con alcuni settori della ricerca scientifica e la verifica critica della propria efficacia, costituiscono la preoccupazione prioritaria del modello”.